Molti sono coloro che amano collezionare monete, una passione che dà molte soddisfazioni. Ci sono degli esemplari molto rari e difficili da trovare, tra cui anche delle monete di prova, ossia dei pezzi creati appositamente per testare l’aspetto tecnico-artistico delle monete.
Il tesoro che si nasconde dietro le monete da 50 centesimi
La moneta di prova di cui parliamo oggi è stata coniata in 4 versioni in tre annate differenti: 1936, 1939 e 1942. Sulla parte dritta troviamo la testa del re, nuda, rivolta verso destra e contornata dalla dicitura “VITT. EMAN. III RE E IMP”. In basso, appena sotto al collo, c è il nome dell’autore “G. ROMAGNOLI”.
Sul rovescio al centro troviamo un’aquila ad ali spiegate, con le zampe poggiate su un fascio littorio, simbolo del fascismo. In alto c è la scritta “ITALIA” e in basso lo stemma sabaudo coronato con l’indicazione del valore nominale, ossia “C. 50”. A sinistra, troviamo inciso l’anno di coniazione, l’anno dell’era fascista indicato con i numeri romani e, lungo il bordo, la scritta “PROVA”.
Una versione di prova che vede 4 versioni. Quella coniata nel 1936 XIV, è stata creata in nichelio, con un diametro di 24 mm e un peso di 6 g. A differenza delle altre, possiede una rarità R3 e il valore di mercato è di circa ai 1.200 euro, se in FDC.
Le altre versioni sono costituite da altri materiali ed possiedano caratteristiche estetiche differenti. Quella del 1939 XVII è in acmonital, possiede un diametro di 24,1 mm con la scritta “PROVA” è presente orizzontalmente al di sopra della data. Il primo esemplare creato nel 1942 XX, invece, è in alluminio con un peso di 2,1 g. Il secondo esemplare, coniato nello medesimo anno, possiede un peso di 6,15 g ed è creata in bronzo. Tutte e due le versioni non hanno la scritta “PROVA”.
Delle monete che hanno il seguente valore:
- quella del 1939 XVII potrebbe valere quasi 3.000 euro;
- la prima del 1942 XX quasi 2.300 euro;
- la seconda, dello stesso anno, intorno ai 1.000 euro.